Copyright? Dati gonfiati

Aperto da mUGuu, 21 Giugno 2010, 17:48:53 PM

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Gli esperti chiamati a testimoniare davanti al parlamento parlano di numeri esagerati e studi sulla pirateria che non hanno alcun senso. Nel mentre, le lobby del copyright criticano le autorità ed evangelizzano sotto mentite spoglie

Roma - Quanto c'è di vero, o verosimile, negli allarmanti numeri dichiarati dall'industria dei contenuti in merito ai  presunti effetti devastanti della pirateria (digitale ma anche no) sul business, il lavoro, l'economia e l'umanità tutta? Poco, molto poco secondo alcuni esperti chiamati a testimoniare davanti alla Commissione del Commercio Internazionale del governo degli Stati Uniti. Che chiedono alle major di chiarire meglio da dove provenga la loro certezza del danno (della pirateria) e consigliano alle istituzioni di non prendere per oro colato le informazioni fornite dalla lobby dell'industria.

Gli esperti e studiosi sono stati chiamati dalla Commissione a testimoniare gli effetti della protezione della proprietà intellettuale messa in campo dalla Cina, inefficace e altamente deleteria per l'economia statunitense a parere delle organizzazioni dell'industria come MPAA e RIAA. Ed è stato, a quanto pare, tutto un coro di critiche nei confronti dei rischi denunciati dall'industria.

Per Fritz Foley, professore della Harvard Business School, l'assunto secondo cui una copia equivale a una vendita persa è "un po' folle", così come la pretesa che chi "pagherebbe un piccolo prezzo per un prodotto piratato sarebbe il tipo di consumatore disposto a pagare una somma che è sei o 10 volte quella di un prodotto reale". "Attenzione a usare le informazioni che vi forniscono le multinazionali", ha detto il professor Foley ai deputati, "immagino che abbiano un incentivo per far sembrare le perdite molto, molto estese".

Il professor Peter Yu ci ha messo un altro bel carico di scetticismo in merito alle presunte devastazioni della pirateria cinese (contraffazione e non semplicemente download a scrocco) evidenziando gli effetti positivi derivanti dall'uso di lavoratori statunitensi, dal consumo di materiali provenienti dagli USA e dalla diffusione delle idee di matrice occidentale nel tessuto sociale della Cina.

Il professore Daniel Chow, della Ohio State University, ha infine rimarcato come, per avere una reale idea delle dimensioni del problema, la Commissione federale dovrebbe pressare le major affinché queste forniscano molti più dati di quelli - un bel po' striminziti - sin qui propagandati come prova provata della morte della creatività a mezzo pirateria.

Molte delle critiche evidenziate dagli esperti chiamati a testimoniare a Capitol Hill in materia di pirateria (cinese) riprendono quelle già espresse in precedenza dal Government Accountability Office, che infatti parlava di dati incerti, effetti negativi tutti da provare e possibili ricadute positive da tenere in debita considerazione. Critiche che secondo il think thank foraggiato dall'industria Progress and Freedom Foundation sono nient'altro che spazzatura.

Convinta delle sue posizioni e decisa ad andare fino in fondo con ogni mezzo possibile, l'industria dei contenuti continua la sua opera di pressione anche in Canada dove si prospetta l'istituzione di una sorta di DMCA all'americana pieno di restrizioni e imposizioni a favore delle major del copyright. CRIA - l'equivalente della statunitense RIAA che non a caso rappresenta le stesse identiche etichette musicali - ricorre anche campagne web fasulle pur di far passare l'idea, già ampiamente bocciata dal responso popolare, che il copyright sia il bene e vada difeso in tutti i modi possibili e immaginabili.

Alfonso Maruccia

Fonte: http://punto-informatico.it/2917711/PI/News/copyright-dati-gonfiati.aspx

http://punto-informatico.it/images/ccpi.png[/img]

Grazie da marco. by mUGuu