Quando la cronaca rasenta l'umorismo

Aperto da Lucarella, 27 Settembre 2009, 23:31:02 PM

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Lucarella

Aggiorna il profilo su Facebook indicando dove e quando trovarlo: arrestato latitante

Se amate i social network ma siete ricercati dalla polizia è bene che evitiate di aggiornare le informazioni personali del vostro profilo, quelle che, per intenderci, possono portare le forze dell'ordine a bussare alla porta del vostro nuovo nascondiglio per poi condurvi in galera. La stragrande maggioranza dei criminali, sfortunatamente, non è così stupido eppure qualche caso isolato che non conosce le regole basilari della latitanza evidentemente esiste. Negli Stati Uniti la polizia è riuscita ad arrestare un ricercato proprio grazie alla sua scarsa arguzia.

Chris Crego, questo il nome del criminale newyorchese sul cui capo pendeva un mandato d'arresto per aggressione privata e rissa, è stato preso mentre, seduto comodamente in una poltrona all'interno del suo rifugio segreto, socializzava con degli amici su Facebook. "Per catturarlo non abbiamo dovuto far niente di straordinario - ha detto Richard Podgers, capitano della polizia di Lockport (New York) -. Gli agenti hanno semplicemente cercato il suo nome su Internet e si sono imbattuti sulle sue pagine di Facebook e MySpace".

Il ricercato, convinto di esser troppo furbo per esser arrestato, aveva compilato il proprio profilo inserendo tra le tante informazioni anche l'indirizzo del nascondiglio, il nome e l'ubicazione dell'azienda in cui lavorava, situata nell'Indiana, e gli orari di reperibilità. Gli agenti, non avendo giurisdizione nell'Indiana hanno dovuto consegnare i dati ai colleghi e aspettare che questi arrestassero per loro il ricercato. Crego, che ora si trova in carcere, verrà processato il prossimo 5 aprile.



Nelle molte parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è saggio.

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Tenta il suicidio dal 6° piano, bambola gonfiabile lo salva

La testata China Smack riferisce di un residente di Shanghai, tale Sig. Yang, di 50 anni, la cui vita è stata salvata dalla sua bambola gonfiabile. L'uomo, un vedovo in preda a una crisi depressiva, ha tentato il suicidio, lanciandosi insieme con l'unica "donna" rimasta nella sua vita dal sesto piano della palazzina dove abita. La fortuna ha voluto però che lui atterrasse sopra il fantoccio che, scoppiando fragorosamente, ha notevolmente attutito impatto. I vicini, che in un primo momento avevano pensato di essere testimoni di un doppio suicidio di tipo convenzionale, hanno paragonato il rumore allo scoppio di un pneumatico. Yang se l'è cavata con due costole rotte e qualche escoriazione. La sua amica di plastica però è stata ridotta a brandelli.



Nelle molte parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è saggio.

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Sparatoria: la protesi al seno le salva la vita!

Lydia Carranza deve la vita al suo seno. La donna si era sottoposta a un intervento di chirurgia plastica per aumentare le dimensioni del suo decoltè anni fa. Il silicone sembra averla salvata lo scorso luglio durante una sparatoria nel suo ufficio. Un uomo armato voleva uccidere una collega della Carranza che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma la pallottola è stata arrestata dalle protesi. "Se non avesse avuto gli impianti, forse non sarebbe viva adesso" dichiara il suo chirurgo plastico al Los Angeles Times. I frammenti del proiettile si sono fermati a pochi millimetri dal cuore e da altri organi vitali. Un ex poliziotto del dipartimento di Los Angeles non conferma totalmente le dichiarazioni del chirurgo, ma obbiettivamente non nega che il seno abbia decisamente attutito il colpo, rallentando la velocità della pallottola. Adesso Lydia Carranza cerca un chirurgo plastico per sostituire la protesi danneggiata. Ma conserverà quel pezzo di silicone che le ha salvato la vita.



Nelle molte parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è saggio.

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Ladro si intrufola in carcere per fare sesso con la ragazza

Il bisogno di sesso può anche portare un uomo a rinchiudersi in carcere. E' stato così per il 33enne Daniele Eberhardt, che è arrivato a intrufolarsi in una prigione tedesca, nella città di Bielefeld, pur di trascorrere svariate notti infuocate con la ragazza. Ora rischia di rimanere in carcere, visto che è stato denunciato dalla polizia.

Il ragazzo, un ladro incallito, ha ripetuto l'operazione per più notti, scavalcando ogni volta una recinzione neanche troppo bassa. Nel farlo, è sempre riuscito a non farsi notare dalla sorveglianza. Per aprire le porte, ha usato la riproduzione di una chiave. Il tutto è andato avanti per circa un mese, nel corso del quale le compagne di prigione della sua fidanzata sono state "intrattenute" dai lamenti della coppia a letto. I rumori sono diventati però così molesti, che alla fine le altre prigioniere hanno fatto la spia alle guardie carcerarie. "Sembrava di assistere ad un film porno", ha detto una di loro.

L'uomo è stato colto in flagranza di reato e denunciato: dovrà comparire di fronte ai giudici, che decideranno se rispedirlo in carcere. Senza la fidanzata.



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Ubriaco si fa trainare da un cavallo e si ribalta con il camion

L'inglese Metro UK riferisce dell'incriminazione del contadino polacco Leszek Stepien, di 62 anni, per la conduzione in stato di ebbrezza di un camion e di un cavallo – simultaneamente. L'avventura dell'uomo è iniziata quando, trovando il veicolo in panne, ha deciso di utilizzare il suo cavallo per trainarlo dal meccanico. Aveva però bevuto qualche goccia di troppo ed è riuscito prima a scontrarsi con un auto e poi a finire sul guardrail, rovesciando il mezzo sulla strada. Secondo i testimoni, quando è stato estratto dall'abitacolo è sceso urlando al cavallo: "Questo è tutta colpa tua!"




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Distrugge la casa per non darla al fisco

Un uomo ha distrutto in Ohio a colpi di bulldozer la sua abitazione, valutata 350 mila dollari, per impedire che diventasse proprietà della banca con cui era indebitato. Terry Hoskins aveva problemi sia con il fisco che con la banca dalla quale aveva ottenuto un prestito offrendo come garanzia il valore della sua abitazione. L'uomo, proprietario di un negozio di tappezzeria a Moscow (Ohio), dopo una lunga battaglia per salvare la sua attività commerciale e la sua abitazione infine si è arreso. Ha preso un bulldozer ed ha raso al suolo la sua casa che stava per essere sequestrata dalla banca. «Non ne potevo più di dare soldi agli avvocati», ha spiegato


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Coppia arrestata perchè torna insieme

SPAGNA - Una coppia di sposi è stata arrestata in Spagna perché sono tornati assieme. La coppia infatti aveva litigato (a dir poco) circa un anno prima, tanto da spingere il giudice a condannare l'uomo per violenza domestica, e aggiungere alla condanna l'obbligo di tenersi ad almeno 500 metri di distanza dalla moglie. Dopo il primo periodo di separazione, però, sembrerebbe che i due abbiano ricomposto le loro divergenze. Ma il giudice non è stato commosso da questo lieto fine, quando i due sono stati trovati assieme dalla polizia. L'uomo è stato condannato a sei mesi di prigione per aver violato l'ordinanza del giudice, e la donna, che aveva testimoniato che erano assieme di comune accordo, è stata condannata a quattro mesi come complice nell'infrazione.



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Usa il suo account di Facebook: figlio denuncia la madre

Madre e figlio in tribunale, l'una contro l'altro, per volere del figlio sedicenne di nome Lane. L'accusa che il ragazzo muove alla mamma, Denise New, è di intrusione informatica sul proprio profilo Facebook, modifica di password e diffamazione a mezzo Internet. In poche parole: molestie.
AMMISSIONI – Denise New riconosce di aver cambiato le password, mossa dal buon intento di bloccare l'accesso al social network, e anche di aver scritto tre o quattro post, ma non di aver dovuto fare dell'hacking, in quanto il figlio aveva dimenticato di fare il logout dopo aver usato il computer materno. Ma i motivi veri dell'insinuazione della donna nell'identità sociale del figlio nascono da una telefonata a Denise da parte di un amico di Lane, preoccupato per le intemperanze del giovane a seguito di una storia sentimentale turbolenta.

PREOCCUPAZIONI MATERNE - Pare che Lane, a quanto dichiarava egli stesso in un post su Fb, avesse guidato una notte alla velocità di 150 Km/h, evidentemente turbato dopo un litigio con una ragazza. È probabile insomma che la signora New abbia iniziato a sospettare della vita sociale del ragazzo e, indotta in tentazione dal profilo del figlio aperto sul pc e servito su un piatto d'argento, non abbia resistito a intervenire, motivata probabilmente dalla preoccupazione e dalla convinzione che il social network non fosse cosa buona e giusta (da qui l'idea di bloccarlo): «Credevo di essere perfettamente in diritto di farlo. Ho letto cose che avrebbero fatto rabbrividire chiunque. E ciò nonostante lo perdonerò per avermi accusato di molestie».

IL PROFILO FACEBOOK SECONDO LANE – Lane, dal canto suo, non sembra disposto a perdonare, ferito non solo dall'idea di essere stato spiato, ma addirittura calunniato dalla genitrice. E se l'amore materno è incondizionato, quello filiale non dimostra in questo caso molta comprensione. Del resto il fine che giustifica i mezzi è una vecchia scusa e Lane si è sentito probabilmente violato nella sua identità profonda, mentre Denise ha reagito alla convocazione in tribunale mostrando grande sbigottimento, evidentemente sorpresa che un profilo Facebook possa essere vissuto da un adolescente come qualcosa di così privato e profondo.

CONTROLLO E PRIVACY – Il confine tra esigenze di controllo genitoriale e diritto alla privacy da parte dei minori è sempre più sbiadito, ma la vicenda giudiziaria, svoltasi nella cittadina di Arkadelphia in Arkansas, crea un precedente importante nello stabilire fino a che punto un padre o una madre possano monitorare i propri pargoli. Al di là di Facebook e degli account violati, madre e figlio avevano comunque un rapporto con precedenti complicati. Denise e Lane infatti non vivevano insieme: il ragazzino era stato affidato alla nonna, poiché la madre aveva avuto problemi mentali dopo la separazione dal marito. E mentre il giovane si è riaperto un account sul social network, la prima udienza (fissata per il 12 maggio) deciderà chi ha ragione e spiegherà anche quanto c'entri Facebook in questa storia di incomprensione generazionale.



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Impiegato comunale vede 780mila siti porno in 9 mesi, gli tagliano lo stipendio

Un impiegato comunale di 57 anni della città giapponese di Kinokawa è riuscito a visitare oltre 780.000 siti porno in nove mesi dal computer dell'ufficio, una media di 10.000 pagine al giorno, venti al minuto. Il comune non lo ha licenziato, ma lo ha degradato e gli ha ridotto lo stipendio di 190 dollari.

L'impiegato è stato scoperto solo quando un virus ha infettato il suo pc e i superiori hanno fatto fare un controllo sui siti visitati. Un funzionario del comune ha spiegato che nessuno si era accorto di nulla perchè ogni postazione di lavoro è separata dalle altre. Lo scorso luglio l'impiegato aveva raggiunto il suo record, riuscendo a visitare 177.000 siti porno in un mese.



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Cile: Uomo assunto come "collaudatore" di prostitute

La rivista Revista Don Juan riporta un caso decisamente curioso: Un modello Jamie Rascone ex DJ è stato assunto per fare un lavoro che molti italiani sognerebbero di fare, lui si occupa del "controllo di qualità" in un bordello VIP di Santiago del Cile dove la prostituzione è legalizzata.

Rascone stava scrivendo una storia sulla rivoluzione sessuale nel paese quando è stato contattato dalla responsabile del bordello, una certa Fiorella Companionos, sembra che far parte di questo bordello sia tutt'altro che semplice, le aspiranti lavoratrici del bordello devono superare diverse prove come quella fotografica, test psicologici e colloqui. Le ragazze che hanno superato brillantemente queste prove devono superare "il colloquio finale" e qui subentra il lavoro di Rascone, la sua professione è quella di "testare" le ragazze e mandare un rapporto dettagliato alla responsabile del bordello Madame Fiorella


Quasi quasi me ne vado in cile :asd:


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Fa carburante completamente nudo per protestare contro il caro benzina

Un automobilista tedesco ha inscenato una protesta contro i prezzi elevati del carburante a Pasqua, facendo benzina completamente nudo.

L'uomo è arrivato in una Renault Scenic al distributore di benzina Shell in autostrada A9 a Bad Klosterlausnitz, in Germania, con indosso solo un paio di scarpe nere.

Il proprietario della stazione di benzina Frank Hollmotz ha detto: "E' sceso dalla vettura non curandosi delle telecamere a circuito chiuso e ha fatto rifornimento - è entrato nel negozio per pagare e poi è tornato alla macchina ed è ripartito".

Il proprietario ha dichiarato che non si è sentito minacciato dalla protesta dell'uomo e non ha quindi chiamato la polizia.

Ci sono state molte proteste in Germania contro le compagnie petrolifere accusate di aumentare il prezzo della benzina nell'occasione delle vacanze pasquali



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Tradì il marito: per 4 anni tinge i capelli al figlio per non farsi scoprire

Per quattro anni una giovane donna russa ha tinto i capelli rossi di suo figlio per nascondere al marito la vera paternità del piccolo, avuto con un amante. La storia, dai risvolti imprevisti, è raccontata oggi dal tabloid Komsomolskaia Pravda. Masha, questo il nome di fantasia di una donna della repubblica di Baschiria, ai confini con gli Urali, non aveva perso tempo quando il suo fidanzato era partito verso il Nord per motivi di lavoro ed era rimasta incinta nella relazione avuta con un nuovo partner 'pel di carota'.

L'amante avrebbe voluto sposarla, ma lei preferì restare accanto al fidanzato, con il quale poi partì per il Nord, dove si sposò e nacque il bimbo. Non trovando di meglio, in ospedale la donna usò del mascara per scurire i pochi ciuffi rossi del neonato e non insospettire il marito, un uomo dai capelli castani. Poi, per quattro anni, usò della tinta ma con il tempo cominciò a tradirsi. Dapprima trascurando l'operazione di tintura, che lasciò trapelare qualche capello rosso, poi dimenticando una confezione di colore, subito scoperta dal marito. "E' di una mia amica", tentò di giustificarsi.

Ma ormai l'uomo aveva capito e chiese il divorzio. Masha decise allora di tornare in Baschiria e di chiedere aiuto finanziario al vecchio amante. "Vedi, è tuo figlio, mi devi aiutare", disse. L'uomo si intenerì di fronte alla vista di quel figlio che gli assomigliava anche nel colore dei capelli e decise di fargli da papà a tutti gli effetti. Lei, però, ha nascosto le foto nelle quali il bimbo appare con i capelli tinti.



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Ha le tette enormi e rischia di soffocare il suo compagno a letto

Mamma di tre bambini, Claire porta la 40LL di seno (equivalente ad una sesta abbondante). Durante il rapporto sessuale Claire è andata in panico, nel momento in cui si è alzata si è accorta che il suo compagno Steven aveva problemi respiratori.

In una video intervista esclusiva con il News of the World, la donna ha rivelato come Steven solitamente amava essere soffocato dal suo seno.

"Ho visto Steven agitarsi, ma ho pensato che lo facesse perchè era eccitato e così ho proseguito, ma dopo pochi minuti mi sono accorta che era completamente immobile e sembrava non respirare"

"Ero nel panico e stavo per chiamare il 999 quando per fortuna ha ripreso a respirare. Era davvero intontito, come se fosse in trance, dopo un pò di tosse si è seduto e si è ripreso, solo allora mi sono tranquillizzata"

Sempre al News of the World Steven ha dichiarato:
"Ho pensato veramente di morire, ho tentato di dare uno schiaffo a Claire per farla scendere ma lei deve aver frainteso il mio gesto e ha continuato".

Steven ha avuto davvero tanta paura, dopo questo episodio non è più riuscito a fare sesso con la sua compagna.



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Carcere: fanno un figlio attraverso un BUCO nel Muro

Nell'aprile del 2003 una coppia di detenuti Seylan e Kadriye hanno avuto un figlio tra le mure della prigione, il fatto curioso è riportato dal giornale Vatan al Hurriyet.
I due amanti hanno fatto un buco di nove centimetri nel muro che divide le loro celle e da li "consumavano" i loro rapporti sessuali.
La storia si è conclusa con una nuova condanna, i due amanti hanno accumulato altri 4 mesi di condanna e sono stati costretti a pagare una multa di 42 euro per "danneggiamento di Pbene pubblico" vale a dire il piccolo buco scavato tra le mure della prigione.



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